Padre Tomas Tyn
nacque a
Brno, in Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca, il 3 maggio 1950 da
genitori entrambi medici, primo di tre figli: la sorella Helena e il
fratello Pavel. Fu battezzato nello stesso giorno, nella cappella
della clinica ostetrica regionale di Brno. Il padrino, dott.Josef
Konupcik fu suo nonno, dentista, attivo cattolico, persona colta, che
nutriva grande venerazione per i santi Agostino e Tommaso d’Aquino.
Dall’ambiente familiare il piccolo Tomas assorbì quei princìpi
cristiani, dei quali il regime comunista di allora ostacolava la
pubblica professione. Fin da bambino partecipava alla Messa e la
serviva come chierichetto. Ricevette la prima Comunione nel 1959.
L’amministratore parrocchiale, Don Josef Budish, fu la persona che
maggiormente influì sulla formazione cristiana del fanciullo.
Da ragazzo Tomas si appassionò per gli ideali cavallereschi medioevali.
Questo spirito cavalleresco riemergerà in qualche modo, trasfigurato
da una robusta fede, nel Tomas ormai Predicatore domenicano, in
occasione delle sue frequenti predicazioni, spesso caratterizzate da
un’energica ma sempre leale combattività per il bene delle anime e
della Chiesa.
Già a dodici anni cominciò ad esprimere il desiderio di farsi
sacerdote religioso, benchè la mamma lo consigliasse di abbracciare la
professione medica.
Compiuti con successo i corsi scolastici elementari e medi nella sua
città natale, cominciò a studiare l’ebraico con l’aiuto di una prozia,
Marie Ritschl d’origine ebraica, e grazie ad una borsa di studio,
frequentò l’Accademia di Digione o Liceo Carnot, in Francia, dove, il
1° luglio 1969, conseguì con eccellenti voti il baccellierato. La
notizia apparve sia sulla stampa francese che su quella ceca. Benché
sorvegliato da emissari cechi come altri studenti connazionali, prese
contatti il Padre Domenicano Henri-Marie Féret, eminente teologo, e
potè partecipare alla Messa solo dal 1968, anno in cui gli fu concesso
dal governo cecoslovacco. In questo periodo imparò bene diverse lingue:
russo, francese, tedesco, ebraico, greco e latino. Nel frattempo, nel
1968, a seguito dell’invasione sovietica, i suoi genitori lasciarono
la Cecoslovacchia e trovarono rifugio nella Germania Occidentale: dal
1969 al 1979 a Wiesloch, e successivamente, fino ad oggi, a
Neckargemünd.
Lasciata la Francia, Tomas va a risiedere pure lui in Germania, dove
il 28 settembre 1969 prende l’abito dell’Ordine dei Predicatori a
Warburg, in Vestfalia, dove fa il noviziato. Soltanto adesso può
ricevere il sacramento della cresima a Korbach, nella Chiesa di
S.Giuseppe il 9 luglio 1970, dal cardinale Lorenz Jaeger. Il 29
settembre 1970 fa la professione semplice ed inizia gli studi
istituzionali filosofico-teologici nello Studio domenicano di
Walberberg, nella provincia domenicana Teutonica. Qui ottiene il
lettorato in sacra teologia con la tesi Die Problematik der Bewegung
und Ruhe bei Plato (La problematica del moto e della quiete secondo
Platone).
Disgustato per le deviazioni morali e dottrinali presenti in quegli
anni in Germania a causa di un’interpretazione modernistica degli
insegnamenti del Concilio e desideroso di vivere la sua vita
domenicana in piena comunione con la Chiesa, Tomas venne a sapere che
i Domenicani bolognesi, sotto la saggia guida dell’allora priore
provinciale Enrico Rossetti, di santa memoria, erano intenzionati a
promuovere il vero rinnovamento conciliare in una posizione
equilibrata che evitasse sia le resistenze di un falso tradizionalismo
ribelle al Concilio, sia le deviazioni dottrinali di uno scriteriato
neomodernismo autoproclamantesi continuatore del Concilio contro
l’interpretazione che di esso stava dando il magistero della Chiesa.
Fra Tomas ottenne così il permesso dall’allora Maestro dell’Ordine, il
Padre Aniceto Fernández, di trasferirsi, nel 1972, nella Provincia
domenicana con sede provincializia a Bologna, allora chiamata
“Utriusque Lombardiae”. Quivi giunto nel convento di S.Domenico, che
custodisce le reliquie del Santo Fondatore ed è uno dei conventi più
illustri dell’Ordine per ricchezza di storia, di cultura e di arte,
fra Tomas il 19 luglio 1973 pronunciò i voti solenni, ossia l’impegno
a votarsi a Dio nella Famiglia domenicana per tutta la vita. Il 26
novembre successivo ricevette il diaconato, il grado iniziale e più
basso del sacramento dell’Ordine. Nel frattempo consegue la licenza in
teologia con una tesi in latino di 340 pagine (quando, per questo tipo
di tesi ne bastano un’ottantina) dal titolo De gratia divina et
iustificatione. Oppositio inter theologiam Sancti Thomae et Lutheri.
La tesi fu diretta dal Padre Alberto Galli, docente di teologia
morale, tomista convinto e combattivo, mente lucida e maestro dalla
parola chiara e persuasiva. Una tesi la quale, se da una parte
illuminava con la sapienza dell’Aquinate il mistero del rapporto fra
grazia e libero arbitrio, dall’altra smascherava le imposture dei
neomodernisti tese ad avallare con l’etichetta cattolica gli errori di
Lutero.
Fra Tomas fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1975 a Roma da Papa Paolo
VI. In quel giorno, come si seppe dopo la sua morte, Padre Tomas offrì
segretamente la sua vita per la libertà della Chiesa nella sua patria
oppressa da un duro regime comunista. Presso la Pontificia Università
romana di S.Tommaso d’Aquino, retta dai Domenicani, Padre Tomas nel
1978 conseguì la laurea in teologia riprendendo con maggiore ampiezza
e profondità il medesimo tema trattato nella tesi di licenza ma questa
volta puntando l’attenzione solo sull’Aquinate. Il titolo della tesi è
L’azione divina e la libertà nel processo della giustificazione
secondo la dottrina di S.Tommaso d’Aquino, di 300 pagine. Direttore di
tesi fu il filosofo e teologo domenicano Felice Lagutaine, docente
nella prestigiosa Università dei Domenicani, chiamata anche più
brevemente “Angelicum”.
Tornato a Bologna, Padre Tomas viene nominato docente di teologia
morale e la sua parola luminosa accompagna l’esposizione argomentata e
suadente della sana dottrina ad una vigorosa confutazione degli errori
principali allora presenti negli ambienti teologici; ciò ovviamente,
insieme con i consensi di coloro che amano la verità, gli attira
l’ostilità degli opportunisti e dei falsi novatori; ma Padre Tomas non
si scompone, e coraggiosamente persevera nel compimento della sua
missione, consapevole della sua responsabilità verso la sua coscienza,
verso Dio, verso le anime e verso la Chiesa, internamente tormentata
dalle mene dei neomodernisti e dallo zelo amaro degli
ultratradizionalisti.
Nel 1980 Padre Tomas è vicereggente dello Studio Teologico Accademico
Bolognese, istituto di teologia che vede la collaborazione fra i
Domenicani e il Seminario della diocesi di Bologna, e nel 1984 è
annoverato fra i membri della commissione per la vita intellettuale
della provincia domenicana bolognese.
Predicatore assiduo dalla voce tonante, tanto da rendere inutili gli
altoparlanti, Padre Tomas sviluppa nel medesimo tempo un vasto e
diversificato apostolato presso numerosi ambienti, dal Centro Italiano
del Turismo Sociale all’associazione “Alleanza Cattolica”, da quelli
universitari al mondo dei boy-scouts, senza dimenticare gli Ebrei;
avvicina non credenti i quali a loro volta si sentono da lui attratti
verso la fede e la Chiesa; si dedica con grande saggezza e competenza
al ministero della confessione e della guida delle anime, alcune delle
quali vengono da lui indirizzate alla vita consacrata, svolge corsi di
esercizi spirituali e tiene conferenze in vari ambienti, come per
esempio il Rotary Club: tutto ciò è tuttora testimoniato dalle
numerose registrazioni su nastro in possesso di molte persone o
comunità religiose.
Inoltre esercita con grande impegno per vari anni il suo ministero
sacerdotale domenicale presso la parrocchia bolognese di S.Giacomo
fuori le mura, si fa consigliere e sostegno morale di coppie di sposi
e fidanzati, tanto che non sono rari i casi in cui i genitori hanno
dato il nome di Tommaso al proprio figlio, come segno di riconoscenza
per il bene ricevuto.
Confratello disponibile, fidato, amabile, umile e dal parlare arguto e
sempre alieno dai discorsi vani, Padre Tomas visse in pienezza la sua
vita di frate domenicano, nella diligente osservanza di tutto il
dettato della regola. Nel contempo non disdegnava il sollievo e la
gioia dell’amicizia in rinfrescanti gite tra le bellezze della natura,
come testimoniano simpatiche foto scattate dal suo amico domenicano
Padre Sergio Parenti. La purezza dei suoi costumi e la stima che aveva
per la donna gli consentì di ottenere grande successo nell’ambiente
femminile, dove molte sue figlie spirituali lo ricordano con devoto
affetto.
Grande amante della liturgia, della preghiera e della contemplazione,
Padre Tomas era assai devoto della S.Messa e in particolare
dell’Eucaristia; pur accogliendo di buon grado il rito riformato del
Concilio, egli amava anche, con i dovuti permessi, celebrare
periodicamente la Messa di S.Pio V per alcune persone ammiratrici di
quella bella e suggestiva liturgia.
Molto devoto della Madonna e, da buon Domenicano, del S.Rosario, era
particolarmente ammiratore della spiritualità mariana di S.Luigi Maria
Grignion de Montfort, che, all’occasione, non trascurava mai di
raccomandare. Padre Tomas, come tutti gli Slavi, aveva non solo
intelligenza, ma anche fine sensibilità artistica e senso del bello:
amava la letteratura e la musica classica, mostrando competenza anche
in queste materie. Nel contempo partecipava volentieri anche a
discussioni dotte, come per esempio i colloqui tra scienziati,
filosofi e teologi periodicamente organizzati dal suo amico Padre
Sergio Parenti. Naturalmente, da buon teologo, curava anche le
pubblicazioni su riviste specializzate.
La sua robusta fibra, si direbbe di montanaro, fu improvvisamente
stroncata nel pieno dell’età – a 39 anni – da un male terribile ed
incurabile: un cancro ai polmoni, che lo condusse alla tomba nel breve
arco di due mesi, fra grandi sofferenze eroicamente sopportate.
L’ultimo mese di malattia Padre Tomas lo trascorse in Germania,
circondato dall’affetto e dalle cure amorevoli dei genitori, sicchè la
tomba, meta di pellegrinaggi, si trova a Neckargemünd. Persino
nell’ultimo mese, tra grandi sofferenze, Padre Tomas trovò la forza di
celebrare la Messa nella sua camera.
Negli ultimi giorni della sua vita Padre Tomas consegnò all’Editore
domenicano P.Vincenzo Benetollo una voluminosissima opera di
metafisica, alla quale lavorava da dieci anni, e che fu pubblicata
postuma nel 1991. A Neckargemünd morì il 1° gennaio 1990, con il volto
sereno e quasi sorridente, mentre nella sua patria avveniva il
passaggio da una regime oppressore alla democrazia: i voti di Tomas si
erano compiuti! Quivi si svolsero i funerali, il 5 gennaio 1990. La
Messa fu celebrata con omelia in lingua tedesca, insieme con altri
confratelli, dal Padre Gianluigi Bernardo Boschi, illustre amico
biblista, attualmente docente di esegesi veterotestamentaria
all’“Angelicum” di Roma e nella Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna,
istituto di diritto pontificio succeduto al precedente Studio
Teologico Accademico Bolognese, dove aveva insegnato Padre Tomas
insieme con Padre Bernardo.
Immediatamente dopo la sua santa morte devoti ed amici, in Italia ed
in Repubblica Ceca, riconoscenti per i benefici ricevuti grazie al suo
ministero, si sono fatti promotori della sua causa di beatificazione.
La loro perseveranza è stata premiata allorché l’Arcivescovo di
Bologna, il card.Carlo Caffarra, dietro istanza dei Domenicani della
Repubblica Ceca, il 25 febbraio del 2006, nella basilica domenicana di
S.Domenico, dove Padre Tomas svolse il suo ministero sacerdotale,
inaugurò solennemente l’inizio del processo di beatificazione.
Per maggiori informazioni visitare il sito della Causa di
Beatificazione:
http://www.studiodomenicano.com/biografia.htm
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